Il 28 giugno 2025 rappresenterà una data spartiacque nella storia del web italiano ed europeo. Con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act, l’accessibilità digitale cesserà di essere un’opzione per diventare un obbligo legale che coinvolgerà tutte le aziende private con fatturato superiore ai 2 milioni di euro e più di dieci dipendenti. Questa trasformazione normativa non è semplicemente una nuova regolamentazione da rispettare, ma rappresenta un cambio di paradigma che ridefinisce completamente il modo in cui concepiamo l’esperienza digitale.
L’accessibilità web non è più relegata al dominio delle buone intenzioni aziendali o delle iniziative di responsabilità sociale. È diventata un imperativo strategico che unisce conformità normativa, opportunità di business e responsabilità etica in un unico framework operativo. Quando parliamo di oltre 1,3 miliardi di persone nel mondo che vivono con qualche forma di disabilità, stiamo descrivendo un mercato globale del valore di 13 trilioni di dollari, spesso completamente trascurato dalle strategie digitali tradizionali.
In Italia, questa popolazione rappresenta oltre 3 milioni di persone che, insieme ai loro familiari, caregiver e cerchie sociali, costituiscono un bacino di utenza di circa 10 milioni di individui. Ignorare questo segmento significa non solo perdere significative opportunità di business, ma anche perpetuare forme di esclusione digitale che contrastano con i principi fondamentali di una società inclusiva e democratica.
Il problema dell’accessibilità del Web è che le persone non vedenti e ipovedenti hanno bisogno di una spinta maggiore per raggiungere l’equivalenza, poiché il Web è un mezzo visivo.Joe Clark


